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IL RISCALDAMENTO INQUINA PIÙ DEI TRASPORTI

14.11.2016

Non solo dai tubi di scappamento delle automobili, il grosso dell’aria inquinata che rende la Pianura Padana una delle aree più inquinate d’Europa proviene dai comignoli degli edifici: la micro-cogenerazione è la soluzione più efficiente ed ecologica per sostituire sistemi di riscaldamento residenziale obsoleti.

Gran parte delle attività produttive, della popolazione e del traffico automobilistico del nostro paese si concentra nella Pianura Padana e, di conseguenza, il livello di inquinamento atmosferico in questa macroregione è più alto rispetto al resto d’Italia. Inoltre, la caratteristica conformazione “a conca” dell’area – chiusa tra le Alpi a nord e l’Appenino tosco-emiliano a sud – ostacola la circolazione dell’aria e favorisce il ristagno degli agenti inquinanti. Tutti questi fattori rendono il bacino del Po una delle zone più inquinate d’Europa, come dimostrano le rilevazioni della World Health Organization (WHO):

whoeuropepollution

WHO: i colori corrispondono alla concentrazione media annuale di PM 2,5 nell’aria, dal verde (bassi livelli) al rosso scuro (alti livelli).

Secondo i dati raccolti dall’agenzia delle Nazioni Unite, la quasi totalità della regione Padana presenta un livello medio di PM 2,5 nell’aria compreso tra i 26 e i 35 μg/m3, oltre il valore limite per la protezione della salute umana pari a 25 μg/m3 (come stabilito dalla Direttiva 2008/50/CE, recepita in Italia con il D.Lgs. 155/10). Le polveri sottili sono estremamente dannose e gli abitanti dei centri urbani sono i più esposti agli effetti negativi di tali sostanze.

La situazione italiana è tuttavia notevolmente migliorata rispetto a 20 anni fa: le emissioni complessive di particolato PM 2,5 e PM 10 sono calate rispettivamente del 49,7% e del 49,4% nel periodo 1995-2013 (elaborazione su dati Eurostat). Un’analoga riduzione ha interessato gli ossidi di zolfo (-75%) e di azoto (-37%), due famiglie di gas altamente nocivi per la salute che si generano durante i processi di combustione.

Un miglioramento che è legato a una lunga serie di fattori, tra cui la diffusione di tecnologie più ecologiche, standard ambientali più elevati e una diminuzione dell’intensità energetica. Nonostante ciò, la Pianura Padana rimane una delle aree più inquinate d’Europa e l’Italia vanta il triste primato delle morti causate dall’inquinamento: oltre 84 mila l’anno secondo l’Agenzia Ambientale Europea.

Da un recente studio è emerso che, contrariamente a quanto comunemente si ritiene, il contributo del riscaldamento residenziale all’inquinamento atmosferico nelle nostre città si avvicina o addirittura supera quello del settore dei trasporti. In un contesto di generale arretratezza del patrimonio edilizio – oltre il 56% degli edifici è in classe energetica G – le emissioni di particolato dai camini delle nostre case raggiungono il 30%.

Questo trend è in netta crescita. Infatti, mentre i motori delle auto sono diventati sempre più ecologici, i sistemi di riscaldamento domestici non hanno tenuto il passo. O meglio, le tecnologie per riscaldare inquinando meno ci sono, ma la loro adozione è rallentata sia da questioni “fisiologiche” – la vita media di una caldaia si aggira attorno ai 15 anni – sia dalla mancanza dei giusti incentivi per il rinnovamento degli impianti.

Osservando il grafico seguente, si nota come le emissioni di particolato da trasporto mostrino una parabola discendente, mentre quelle da riscaldamento siano in netto rialzo:

emissioni-pm-italia
Elaborazioni su dati Eurostat

I principali responsabili di questa evoluzione sono i sistemi di riscaldamento obsoleti ancora molto diffusi nel nostro Paese, molti dei quali funzionano a biomassa (legna) o biocombustibili solidi (pellet). Questi combustibili presentano i livelli più elevati di emissioni di particolato tra gli input per il riscaldamento[1] e il loro consumo nel settore residenziale è aumentato di ben sei volte dal 1995 al 2013 (dati Eurostat).

La microcogenerazione, ovvero la produzione simultanea di calore ed elettricità in sistemi di potenza inferiore ai 50 Kw, è tra le tecnologie più ecologiche ed efficienti per riscaldare casa. Secondo uno studio prodotto da Althesys:

“Qualora si producesse l’intero fabbisogno di calore residenziale (ad eccezione del monofamiliare) con i microcogeneratori si eviterebbero fino a 30 mila morti premature all’anno per l’inquinamento atmosferico e si ridurrebbero di molto i casi di malattie respiratore e cardiovascolari.”

I microcogeneratori TOTEM, grazie all’utilizzo dell’innovativo motore a metano della FIAT 500 e del sistema di controllo motore Magneti Marelli, garantiscono il rispetto della normativa EURO 6 e un livello di emissioni circa dieci volte inferiore a quello delle caldaie tradizionali. In particolare, il TOTEM è il microcogeneratore con i livelli di emissioni di NOx più bassi della sua categoria.

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TOTEM Energy è una società del Gruppo Asja che progetta, sviluppa e commercializza la linea di microcogeneratori TOTEM.

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[1] Inemar 2008. È necessario però precisare che i fattori di emissione variano in base all’impianto di riscaldamento: le emissioni di PM10 si riducono del 94% se si brucia pellet in un sistema BAT (Best Available Technology) anziché in un classico camino aperto.
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